PRIMA PUNTATA DELLA RUBRICA “TRACCE TEMPLARI”
PRIMA PUNTATA DELLA RUBRICA “TRACCE TEMPLARI”
TRA TERRA SANTA E TERRA UMBRA
TRA TERRA SANTA E TERRA UMBRA
CHI ERANO I TEMPLARI: LA GUERRA SANTA DEI MONACI GUERRIERI
CHI ERANO I TEMPLARI: LA GUERRA SANTA DEI MONACI GUERRIERI
Può apparire come un atto di lesa maestà ma oggi i Cavalieri Templari assomigliano, mutatis mutandis, alla rucola. Molti narratori, anche di chiara fama, fanno carte false pur di farli comparire, anche fugacemente, nei loro scritti così come gli chef stellati non sanno immaginare ricette che non contemplino la simpatica piantina dal sapore amarognolo.
Come si spiega che una società prosaica e relativista come la nostra, dove il senso del sacro sembra affievolirsi irreparabilmente, mostri tanto interesse, con vette addirittura parossistiche, verso un ordine cavalleresco scomparso ormai nella notte dei tempi?

Forse la risposta sta proprio nel fatto che, vivendo in un’epoca apparentemente avviata verso una irreversibile scristianizzazione, siamo fortemente attratti da tutto ciò che appare anomalo, misterioso ed inspiegabile.
E niente è anomalo, misterioso ed inspiegabile come il fenomeno “Templari”, istituzione che coniugava comportamenti e modus vivendi tra loro fortemente antitetici, come la preghiera e la violenza, la meditazione e la vita avventurosa, la fedeltà all’unico Dio e la tolleranza verso le altre confessioni, in un’esplosione di contraddizioni che fin dal suo apparire ha fatto discutere e che ancora oggi incuriosisce ed intriga.
CHI ERANO I TEMPLARI: LA NASCITA DI UN MARCHIO VINCENTE
CHI ERANO I TEMPLARI: LA NASCITA DI UN MARCHIO VINCENTE

Quando, nel 1118, Ugo de Payns ed altri otto cavalieri fondarono l’ordine Templare avevano in mente una sola cosa: proteggere con la spada lo stato crociato di Gerusalemme, di cui era allora re Baldovino IV d’Angiò. Per farlo avevano maturato la convinzione che fosse necessaria una comunità monastica composta da combattenti perfettamente addestrati. Aggiungendo ai classici voti di povertà, castità e ubbidienza anche la difesa armata dei pellegrini, impersonando il modello ideale dei “soldati di Cristo” o, più correttamente, dei Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonis.
L’ufficializzazione dell’Ordine avvenne nel 1129 con l’adozione della regola monastica redatta da quello che potremmo definire un pezzo da novanta della Chiesa di allora, il dottore e padre della Chiesa Bernard de Clairavaux. Da noi meglio conosciuto col nome italianizzato di Bernardo di Chiaravalle, regola che istituzionalizzò l’inedito doppio ruolo di monaco e combattente.
Quei nove uomini erano in gran parte cadetti di famiglie nobili e furono pervasi dal sacro fuoco della fede e degli ideali cavallereschi. Con la loro coraggiosa scelta di vita e soprattutto con l’individuazione di una serie di iconici simboli avevano creato quello che oggi viene indicato come brand. Primo fra tutti la famosa croce rossa patente sulla bianca tunica, cioè un elemento estetico che oltre a far riconoscere a prima vista chi lo indossa, ne esalta l’affidabilità e la reputazione.
CHI ERANO I TEMPLARI: LA NASCITA DI UN MARCHIO VINCENTE
CHI ERANO I TEMPLARI: LA NASCITA DI UN MARCHIO VINCENTE

Da quell’anno e fino al 1314, quando per volere del re di Francia Filippo il Bello l’Ordine fu sciolto e l’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay messo al rogo a Parigi, il cammino dei Cavalieri Templari fu decisamente accidentato e poliedrico, costellato in Terrasanta da splendenti trionfi e brucianti sconfitte. Nonostante i cavalieri abbiano fornito in ripetute occasioni prova di grande valore e palesato indubbie doti di sapienza guerriera, videro comunque restringersi sempre più lo spazio vitale intorno a Gerusalemme. Fino alla tragica débâcle del 1291 a San Giovanni d’Acri che, con la vittoria dei saraceni, sancì la definitiva estromissione dei crociati dalla Terrasanta.
CHI ERANO I TEMPLARI: MONACI O BROKER? QUESTO È IL DILEMMA
CHI ERANO I TEMPLARI: MONACI O BROKER? QUESTO È IL DILEMMA
Se densa di luci ed ombre era stata la presenza dell’Ordine nel vicino Oriente, altrettanto se non più interessante e fecondo di conseguenze per noi europei fu la presenza dell’Ordine nel vecchio continente. I cavalieri, grazie a una larga messe di lasciti ereditari e donazioni, acquisirono considerevoli ricchezze che consentirono loro di dare vita ad una rete economico-produttiva di enormi proporzioni di cui l’unità base era la commenda. Anche detta precettoria, la commenda era un articolato complesso architettonico retto da un monaco Commendatore che comprendeva le residenze dei monaci, le stalle per i loro cavalli, la cappella e soprattutto gli edifici rurali cui facevano capo vaste proprietà terriere.
Questo reticolo di commende era talmente fitto ed esteso da coprire gran parte dei territori che si affacciano sul Mediterraneo, con il risultato che, grazie allo spirito di iniziativa e all’intuito dei cavalieri, prese il via quella che potremmo definire una vera e propria attività bancaria ante litteram. I geniali monaci inventarono la lettera di credito, anche detta nota di banco, per evitare che i pellegrini diretti in Terrasanta venissero derubati dei loro averi dai numerosi predoni che si annidavano lungo il percorso. Funzionava un po’ come la nostra carta di credito, nel senso che il pellegrino depositava i suoi contanti nella commenda più vicina a casa per poi riscuotere la medesima somma una volta giunto a destinazione. Rivolgendosi alla sede templare di destinazione e pagando, naturalmente, un prezzo per il servizio reso.

CHI ERANO I TEMPLARI: MONACI O BROKER? QUESTO È IL DILEMMA
CHI ERANO I TEMPLARI: MONACI O BROKER? QUESTO È IL DILEMMA
Ma non è finita qui! I nostri intraprendenti monaci, tra una battaglia e l’altra contro gli “infedeli”, trovarono anche il tempo di gettare le basi per un altro mestiere nuovo di zecca, quello che oggi viene indicato come broker. Data la grane disponibilità di denaro liquido, concedevano prestiti a re e dignitari di mezza Europa ogni qual volta essi avevano necessità di larghi mezzi per acquistare territori o complessi edilizi fortificati per accrescere i loro domini. Provvedevano anche ai pagamenti rateali in favore dei venditori, da questi ben accetti data la risaputa solidità economica dell’Ordine. Insomma, un’attività di intermediazione immobiliare bella e buona, che ha anticipato di ottocento anni le moderne dinamiche bancarie.
Nei prossimi appuntamenti vedremo quali sono i luoghi umbri nei quali avevano messo le loro radici i Cavalieri Templari e cercheremo di individuare le tracce che ancora oggi ricordano la loro presenza.